Il Partito Socialista Italiano di Marsala interviene sulla oramai nota gravissimagestione da parte della dirigenza generale dell’Asp di Trapani, con ritardi,omissioni, menzogne, informazioni tardive, distorte e parziali, relativamenteallo scandalo degli oltre 3.000 esami istologici non esitati dall’azienda sanitariatrapanese, con molti pazienti che hanno dovuto aspettare fino a 9 mesi peravere il responso, in alcuni casi devastante proprio a causa del notevole lassodi tempo colpevolmente decorso.
Ed il sindaco di Marsala, proprio quale primo cittadino, quindi competente nelle politiche che ricadono sulla tutela della salute individuale e collettiva, ha ritenuto anche qui di non fare alcuna dichiarazione pubblica concentrato com’è sulla campagna elettorale in vista delle elezioni amministrative dell’aprile 2026. Eppure Grillo, trattandosi di una grave vicenda riguardante la salute dei cittadini, a prescindere dal suo “colore politico” e senza temere di fare un torto al presidente della Regione e/o ad esponenti di spicco di Fratelli d’Italia, sarebbe dovuto autorevolmente intervenire sin da subito sulle evidenti gravi responsabilità gestionali anche in capo alla direzione aziendale dell’Asp, a fronte dei 170 casi di tumore diagnosticati con notevole ritardo, quindi a rischio vita, molti dei quali verosimilmente riguarderanno cittadini marsalesi che dovranno cominciare le cure del caso con disarmante ritardo. Il PSI di Marsala convintamente ritiene che il sindaco Grillo, previa interlocuzione con il presidente della Regione, avrebbe avuto il dovere di illustrare alla cittadinanza gli sviluppi e le ragioni della drammatica vicenda che sta riguardando l’Asp di Trapani, anche in relazione alle risultanze dell’attività compiuta dagli ispettori regionali per l’appunto consegnata al governatore Schifani unitamente al connesso documento dell’assessorato regionale alla sanità. Il sindaco di Marsala sa bene, ma per opportunistiche ragioni politiche non ce lo dice, che il direttore generale dell’Asp di Trapani avrebbe dovuto porre rimedio ai ritardi accumulati dall’azienda nell’erogazione di prestazioni indispensabili a tutela della salute della persona, quantomeno con l’adozione di concreti interventi, anche di monitoraggio, che avrebbero fornito l'esatta dimensione della gravità del fenomeno.